How I Met Your Perry?

Avendo una forte dose di ironia per qualsiasi tipo di cosa che gravita nella mia zona, perennemente in stand-by ed in attesa come una cimice, potete ben intuire che quando escono notizie come quella riguardante Corey Perry e l’organizzazione dei Blackhawks tendo a sospendermi da terra, allargare un bel sorriso e preparare i pop-corn per godermi lo spettacolo. Non è una questione di moralità assente, anche se alle volte mi chiedo se ne possiedo veramente poca e di scarsa qualità, però queste storie mi strappano sempre un sorriso per la banalità con cui escono. E’ come se qualcuno lanciasse un raudo in mezzo ad una folla, durante una festa di compleanno, e poi arrivasse qualcuno a dire che non era un raudo. Il raudo sarebbe la presunta relazione amorosa, la festa di compleanno la presenza del futuro talento generazionale a roster e quel qualcuno il GM con la conferenza stampa. Lungi da me dire che questo o l’altro ha ragione, che la verità sia quella uscita tramite i rumors o quella che vuole far passare la dirigenza della società, l’interesse è veramente nullo su questo punto. Non lascerò commenti del tipo: “Merda, non doveva farlo”. Oppure: “Merda, grande, idolo”. Ridicoli, cosa serve? Però mi preme analizzare due possibili scenari, poiché tutto ciò non può strappare delle risate. Suvvia, sorridete.

Scenario con scopata annessa

Appena uscita la notizia, dubitavo su questo rumor. Era forte, molto bello da chi l’aveva inventato, questo pensavo. Molto bello, bellissimo, sadico nella sua ilarità. Poi, noto che la dirigenza non dice nulla e nella conferenza stampa di molte ore dopo non offre grosse spiegazioni, sembrava quasi una smentita di qualcosa di cui non avevano voglia di parlare. Quindi, penso: “Diavolo, potrebbe essere tutto vero”. Partendo da questo punto, la piccola e stupida mente che possiedo ha iniziato a viaggiare e dopo pochi secondi ha legato due cose: madre di Bedard+Perry con Barney+HIMYMother. Risate, in completa solitudine, però effettivamente Perry possiamo considerarlo un sosia di Barney. Non capisco il motivo di tutto questo avvenimento, nel caso sia effettivamente avvenuto, ma da tutte due le parti in questione. Sì, perché per ora ho letto di Perry, di cosa ha fatto Perry, di come ha fatto questo o quest’altro Perry, ma nessuno della madre di Bedard. No, perché per me risulta la verità più simpatica di tutte. Lei, me la immagino, con il figlio appena entrato in NHL e pronto a diventare la futura stella della lega, dopo nemmeno due mesi di stagione regolare cede al fascino di Corey Perry. Ora parliamo di due mesi, magari è successo dopo due settimane. Il fatto che il veterano fosse stato portato a Chicago per offrire una via da seguire, beh, bellissimo, non serve aggiungere altro.

Scenario con altro di grave

Kyle Davidson, il giovane GM dei Blackhawks, nella conferenza stampa è risultato un filo impacciato, un classico americano che sembra più dire quello che gli altri vogliono sentirsi dire. Quello che risulta molto strano, contando che di mezzo c’è una possibile fake news riguardante il già citato rapporto sessuale, è che non si sia voluto dare nessun’altra informazione in grado di smontare le supposizioni. Per arrivare a questo punto, cioè nemmeno difendere la dignità del tuo futuro top prospect così ancora giovane e non in grado di difendersi da solo contro queste notizie, vuol dire che sotto c’è qualcosa di ancora più grande. Qualcosa di mastodontico, viene da dire, perché se non si vuole dire niente e lasciare in pasto alle persone una probabile menzogna siamo a livello da omicidio, rapina a mano armata, violenza sessuale e minorile. Dico io, che sono nessuno, perché per non difendere la dignità di una madre e del proprio figlio vuol dire, veramente, che nella pentola c’è merda, diarrea, poltiglia. Ovviamente, a patto che lo scenario con scopata annessa non sia veritiero. E così facendo, con questo alone di mistero e nessuna presa di posizione, vorrei lanciare una bomba più morale che effettiva: il comportamento della dirigenza non si discosterebbe molto da quello del rapporto sessuale.

Quindi, arrivati ad un punto in cui non si capisce più nulla, proprio perché ci si diverte a fare supposizioni insensate, c’è uno scenario che sarebbe migliore dell’altro?

Buffalo e mozzarelle, turca all’istante

Volevo scrivere qualcosa riguardante qualche campionato europeo, quelle notizie di contorno del Vecchio Continente che interessano a quattro scappati di casa e poco più. Niente, non mi è stato possibile, poiché sono completamente preso da quello che accade oltreoceano. La routine è sempre la solita: mi sveglio, guardo Eliteprospects al fine di trovare qualche strano movimento in suolo amico e poi, anche se qualcosa è accaduto, approdo con il mio shuttle dell’innocenza nell’app della NHL e non ci esco più. Il tempo è limitato, la sveglia suona alle 6:09 ed il tempo a disposizione, per questi contorni di giornata, dura fino alle 6:50. Stop, niente di più fino a pranzo. Quindi, complice anche il disorientamento di inizio giornata, prendo l’appiglio più sicuro, scontato, gradevole a primo impatto. Come quelli che vanno a boschi di notte pur sapendo di andare in pasto al pericolo, alle volte effettuo scelte discutibili, di impercettibile giudizio sensato, come iniziare a guardare un Blackhawks vs Sabres alle 6:17 di un martedì mattina dopo aver messo sul pentolino dell’acqua calda. Il sole fatica ad uscire, il suono di gatti in calore si mischia regolarmente a quello di lame che tagliano il ghiaccio.

In passato mi chiedevo perché perdevo tempo a seguire determinate realtà, come se fosse un problema quello che facevo. Con il passare delle primavere, sarà anche la consapevolezza che si insinua dentro di te con l’avanzare dell’età, ho cambiato domanda: “Per quale motivo non lo fate pure voi”? Ci vuole pazienza e dedizione, vero, oltre a tanta pace interiore ed un’ottima sopportazione al pisolino, però il succo è sempre il solito: se vuoi capire perché quello o questo fa così schifo, devi osservarlo, capirlo, essere in grado di crearti un bagaglio di ricordi su quel determinato contesto. Con Blackhawks vs Sabres è stato difficile, il bagaglio l’avrei voluto buttare dalla finestra in più di un’occasione. Partita al limite della bestemmia, sia per (non pervenuta) tensione che per (non pervenuta) intensità, dove nemmeno i punti di contorno sono stati in grado di catturare l’attenzione: un Kurashev che sembra aver trovato una via, un Bedard che sembra di essere al Grande Fratello da quanto te lo fanno seguire, un Dahlin sempre bello da vedere, il mini Benson che c’è ma allo stesso tempo non c’è. Così, in due giorni di completa dedizione nei momenti morti delle giornate, sono stato in grado di portare a compimento il match in questione. Cosa mi è rimasto? Tante cose brutte di cui non vorrei parlare, forse solo con la presenza di uno psichiatra potrei affrontare il tema. Quella che mi ha maggiormente impressionato è stata la completa assenza di pathos, interesse nel giocare ad un ritmo quantomeno degno. Ancora più di Chicago, una franchigia allo sbando e consapevolmente senza ancora una vera strada da seguire, sono rimasto stranito da Buffalo: spenta, a velocità rallentata, senza alcun tipo di interesse di mettere le mani sulla gara. E’ stata una partita che non consiglierei di recuperare nemmeno a Jason Voorhees se fossi Freddy Krueger.

Lascio con questo dato: Chicago, dopo questa partita, continua ad essere la squadra che ha tirato di meno in porta in tutta la lega. 422 in totale, dietro ai Capitals con 436 e Sharks con 446.

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora