Quanto successo durante le ferie, quindi la visione di una partita dei Washington Capitals, è un qualcosa che non sono stato bene in grado di digerire ed allo stesso tempo abbandonare. Per questione puramente parallele, ultimi mesi poco presenti come spettatore di questo sublime gioco. Detto ciò, alcune dinamiche si sono seguite e tra esse il viaggio travagliato di Ovechkin & Co. Un legame di simpatia mai sciolto, culminato con quella Stanley del 2018, però è dura guardare una squadra del genere pensando a quel gioco che offrì nel decennio 2008-2018. Squadra brutta da vedere, si fa fatica a restare sintonizzati dall’inizio alla fine delle gare, quindi potete ben immaginare i pensieri che sono passati in questa piccola mente durante la visione di Capitals vs Flyers, quest’ultima un’altra degna rappresentante delle cose da evitare, non visionare, nascondere nel cassetto.
Metto uno screenshot di Wizards vs 76ers, una sfida sicuramente più interessante dell’ultimo Capitals vs Flyers. Ed è tutto dire, conoscendo il valore degli Wizards.
Qua si scherza, però è stata dura portare a compimento il match. Il problema, come ho notato nel corso degli ultimi mesi, si ripete di continuo e bisogna un attimo capirne il motivo. Se con i Flyers qualche volta ci si emoziona, è pur sempre la squadra con il miglior % di PK ed in grado di fare un sacco di reti in inferiorità numerica, con i Capitals è sempre la solita storia: noia, tanta noia, errori di impostazione con estrema costanza, noia, ancora tanta noia. Lo sappiamo che è una squadra vicina alla ricostruzione e con molte assenze importanti, quindi il fatto che porta comunque a casa degni risultati è una verità che, sinceramente, mi fa paura. Mi spiego: non me ne voglia Ovechkin ma in una situazione del genere, quindi con dei risultati che arrivano ed un’aperta lotta per la post-season, si cavalca un’onda di gioco, personalmente nociva, per spremere le ultime arance senza alcun nobile fine. Volete dirmi che puntano ad un’altra Stanley? Tutto può essere, non tanti lustri fa Montreal-Philadelphia si sfidarono alle Finals di Conference con le seed otto e sette, ma scenderebbe sangue dagli occhi se i ragazzi guidati da Spencer Carbery arrivassero a giocarsi anche solo la coppa del nonno. Sarebbe bello che questi Caps iniziassero il processo di rebuilding, nutro molta curiosità in tutto ciò, però capisco che non sia possibile nella modalità più sfrontata proprio per la presenza del grande otto russo. La storia è sul varco ad attenderlo, impossibile non aiutarlo pur sacrificando alcuni anni di visione futura. Però andiamo per gradi, proviamo a spiegarci e capire il motivo per cui questa Washington non merita di essere vista.
Intrattenimento
Come già accennato varie volte in questo articolo, cogliete l’ironia, non è una squadra che intrattiene. Sembra che le partite, sia vinte che perse, vadano da una parte o l’altra senza un vero e proprio motivo se non per la noia. Mi spiego: i Caps sembrano cavalcare un’onda di gioco, perennemente piatta e priva di venti contrati o favorevoli. E’ difficile spiegare ma sembra che i risultati arrivino più in base alla reazione degli avversari, del tipo: “Non ci interessa, vincetela pure perché siete noiosi e non vogliamo contrastare questo mood. Ci interessa, ora vi smontiamo pure i mobili dell’ufficio”. Partite amorfe, almeno quelle viste da chi sta scrivendo. Ovviamente non è così, Carbery risulta competente ed in grado di avere un’idea di gioco in prospettiva, però a livello di puro intrattenimento è arduo trovare punti di incontro. Lancio la provocazione: Mantha è il giocatore esteticamente più gradevole da vedere, fate voi, brutta questa.
Mancanze
Kuznetsov è l’ultimo, a quanto pare verrà messo negli waivers e se non preso da altri, impossibile visto il peso del contratto, verrà mandato in AHL per ritrovarsi o roba del genere. Ci sono giovani interessanti e godibili alla vista, però come si può essere eccitati da un roster se mancano diversi pezzi da novanta: Backstrom, Oshie, il già citato Kuznetsov. Problemi cronici, Backstrom ormai è un ex giocatore di un altro ex giocatore e la cosa dispiace e non poco, contando cos’è stato per WSH e anche per il ruolo di centro in quanto tale. Contratti pesanti: lo svedese è a 9,2 fino al 2025, TJ a 5,75 sempre fino al 2025, il russo a 7,8 anche lui fino al 2025. Possiamo capire che sono giocatori che mangiano una grossa fetta del cap, sommati a quello che farà Ovi fino al 2026: 9,5 all’anno, meritati per quello fatto ma pur sempre di un peso troppo elevato allo stato attuale delle cose. Pezzi da novanta dell’infermeria: Oshie non fa 60 partite di RS da quattro stagioni, mentre Nicklas da ben cinque. Capisco la difficoltà nel staccarsi da certi giocatori, sia per quanto dato ma più che altro per queste continue problematiche non in grado di portare un interessato mercato verso la capitale americana. Così, in questo strano ospedale, Pacioretty ci poteva stare. Anzi, viene da dire: ci doveva stare. Ironia.
Dati alla mano
Si tratta di una squadra che non eccelle in nessun dato: superiorità numerica, inferiorità, ingaggi, salvataggi, velocità di gioco, tiri in porta e via dicendo. Tralasciando B’Hawks e Sharks, due squadre che stanno facendo un campionato parallelo, i Capitals sono i peggiori in quanto a realizzazione: 2,63 a partita, sotto ad un’Anaheim ferma a 2,67. La situazione è comica, contando che in questa strana stagione quello che fa più fatica a segnare è proprio uno dei più eccellenti marcatori degli ultimi due decenni. L’età avanza, la qualità diminuisce e questa squadra ne è la degna rappresentazione. Pur non avendo anche una delle peggiori difese, è comunque nella parte bassa e la quattordicesima meno prolifica: 3,12 subite a partita, quindi con una differenza tra fatte e subite pari quasi a -0,5. Il loro mirabolante gioco, dinamico e privo di soste, porta Wilson&Co. ad essere una delle peggiori squadre in quanto a superiorità giocate: 163 in 59 partite, meglio solo degli Sharks fermi a 144, giocate con una % di realizzazione sempre da bassa classifica con il 18,4. Cala copioso sangue dagli occhi, datemi un dispenser così posso donarlo ad altri. Tirano pochissimo: 1605 in 59 gare, poco più di 27 a partita e meglio solo dei soliti Sharks, fanno dei Caps i quarti peggiori in xG. La verità è che non subiscono poi così tanto, essendo la tredicesima squadra che subisce meno tiri e la decima migliore in quanto a xG avversario concesso, però in questo piatto gioco espresso subiscono sempre più di quello che producono. In quanto a goalie si piazza a metà classifica, con una % poco inferiore al 90 in compagnia di Calgary e Buffalo. Viene da chiedersi: “Come fanno ad essere al limite della post-season, in grado di giocarsela”? Bella domanda. Bisognerebbe andare così tanto nel dettaglio che, sicuramente, non si hanno le competenze per farlo.
Composizione roster
Chi scrive ha sempre trovato i Capitals interessanti, nel corso degli ultimi quindici anni hanno giocato così tante stagioni di qualità, proponendo spesso dell’hockey di pura gioia, però ora come ora non c’è molto di interessante. Parlo proprio di giocatori, nessuno smuove sentimenti e la provocazione precedente di Mantha non era poi così tanta campata in aria. A conti fatti, proprio per movenze e gioco di stecca, l’ex Detroit è uno dei più gustosi da vedere. Protas? McMichael? Lapierre?Alexeyev? Per carità, buonissimi prospetti ma di certo non stiamo parlando di quando a Washington i prospetti erano Semin, Backstrom, Ovechkin. Grazie al cazzo, direte, giustamente. Per le poche possibilità a disposizione si sono mossi anche bene sul mercato: Strome e Milano davanti, per quanto il primo non sia una stella ed il secondo un bottom six; il giovane e di prospettiva Sandin dietro. Niente di che, una buona base per convincere qualcuno a venire a Washington? Dubito, dovranno sperare in qualcosa da pescare nei vari draft, perché da contratti pesanti in essere non ne tireranno fuori nulla. Wilson andrà in scadenza nel 2031, 6,5 all’anno da questa estate e con la nomea di non essere un diamante per cui altre franchigie potrebbero fare i salti mortali. La nota sicuramente più positiva, contando quanto hanno cavalcato l’onda dello zoccolo duro, è che nei prossimi draft avranno quasi tutte le scelte: nel 2024 saranno senza la seconda e la settima; nel 2025 ne avranno addirittura tre al secondo giro e mancherà solo un’altra settima; nel 2026 avranno tutto a disposizione.
Chiudendo il tutto dando un colpo alla botte: è meglio se accompagnate la moglie a fare shopping al posto di vedere questi Washington Capitals.