Alle volte, dei semplici dati producono voli pindarici di una certa caratura. Non dico abbia fatto l’Hawkins della situazione ma la pochezza delle reti subite dal Berna mi hanno fatto guardare, osservare, cercare, analizzare alcuni dettagli. Dopo 40 gare disputate, la squadra della capitale ha subito solamente 69 reti. Poche? Decisamente poche. La miseria di 1,69 reti a partita ed in ben ventidue occasioni ha subito una singola rete o è stata in grado di tenere la porta inviolata.
Dopo il picco della stagione del 2012/2013, in cui a fine stagione si erano laureati campioni, il Berna è tornato ad avere la miglior difesa dalla stagione 2016/2017 (ancora campioni) e da quel momento non ha abbandonato il primato. C’è da dire che il titolo arrivò anche tre stagioni fa quando subivano più di tre reti a partite ed erano la nona migliore difesa della lega, quindi tali calcoli e riscontri vi consiglio di prenderli con le pinze. Comunque, due anni fa erano stati 114 i gol subiti in 50 partite, quindi 2,3 subite a partita, mentre nella passata stagione 112 in 50, indi per cui 2,24 ogni sessanta minuti. Il periodo inizia e coincide con l’arrivo di Calle Andersson e Jeremie Karmezin: due difensori molto diligenti, con il primo propenso a produrre anche in zona offensiva a differenza del secondo. Per il resto, presenze difensive assortite già da un pò di tempo: Blum dal 2014, Burren dalle giovanili, Gerber pedina storica, Krueger dal 2013 e Untersander dal 2015.
Quindi perché quest’anno stanno subendo così tante meno reti, quando il core è praticamente lo stesso e la qualità era già elevata? La risposta potrebbe trovarsi dentro il corpo di Adam Almquist, il ventisettenne arrivato in estate dal Frölunda per produrre l’ulteriore salto di qualità. Giocatore dal grande minutaggio, tanto che nella partita analizzata contro il Losanna, vittoria per 5-2 ad inizio del mese in corso, è apparso in quattro delle prime cinque linee scese sul ghiaccio. Giocatore dalle grandi capacità di comprensione e con un’innata capacità di allungare il bastone e rubare qualsiasi tipo di disco con assoluta eleganza.
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Parlavamo di minutaggio: risulta essere il decimo difensore più utilizzato nella massima serie svizzera, in una squadra in cui molti giocatori possono produrre un’elevato minutaggio. Però sarebbe riduttivo affermare che il merito è solo del giocatore svedese, poiché tutte le linee hanno una diligenza ben precisa: difficilmente qualcuno entra in zona offensiva con il disco, restano sempre arretrati, forse uno taglia al centro del ghiaccio in determinate occasioni, coprono distintamente le balaustre e non sbagliano mai la pattinata. Anche gli attaccanti two-way aiutano moltissimo, però c’è da dire che con linee difensive del genere diventa anche più facile aiutare.
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Nella foto si può notare l’aiuto del capitano Simon Moser in zona difensiva, causato da un errore in PP per eccesso di sicurezza: Blum forza la giocata, perde il puck in zona offensiva e crea il buco, diligentemente coperto dal capitano aiutato dai consigli di Krueger. Come si nota, sempre dalla foto, collassa troppo dalla parte del tedesco e lascia spazio a Dustin Jeffrey per cercare il tiro. Un errore che di certo non cancella la qualità della copertura ed il piano difensivo del Berna. Perchè, sì, la forza di questa squadra è la compattezza e la capacità di non andare mai in difficoltà anche se tartassata. Nei primi minuti della sfida contro il Losanna, la squadra che crea il gioco più fluido della lega e che ha il miglior pace su 60’ di gioco (vedi successiva foto), la pressione è stata tanta, la rete subita lo dimostra, ma la difesa ha sempre dato la parvenza di tranquillità e diligenza nel seguire il copione.
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A conclusione, dopo tutta l’esaltazione di tale difesa, c’è da sottolineare un altro valore aggiunto che ha permesso alla banda di innalzarsi al rango di migliore fortezza. Parlo di Leonardo Genoni, a difesa della gabbia, guardate caso, proprio dalla stagione 2016/2017.